La storia
Trapani (67 531 abitanti), capoluogo dell'omonimo libero consorzio comunale in Sicilia, deve la sua prosperità economica all'estrazione e al commercio del sale, alla pesca, al terziario e al turismo, giovandosi della sua posizione naturale, proiettata sul Mediterraneo, e del suo porto. L'agglomerato urbano include anche la frazione di Casa Santa, appartenente tuttavia al comune di Erice. Pertanto, l'intero tessuto urbano cittadino raggiunge i 100.000 abitanti. I fondatori del primo nucleo abitativo di Trapani furono probabilmente gli Elimi, un popolo che si stanziò nella Sicilia occidentale in epoca protostorica e di cui Erice era uno dei centri principali. Il piccolo villaggio di Trapani doveva sorgere su un'isola divisa dall'entroterra paludoso mediante un canale navigabile e rivestiva il ruolo di porto commerciale di Erice. Trapani divenne presto una città-emporio grazie alla sua felice posizione geografica. Durante le guerre contro i Greci e Siracusa dei secoli successivi, Trapani si fortificò e si mantenne saldamente alleata a Cartagine, città di cui subiva l'influenza fin dal IX e VIII secolo a.C. Nel 260 a.C. Amilcare giunto in Sicilia, ne rafforzò la cinta muraria, fece costruire il Castello di Terra, la Torre Pali e la Torre Peliade o Colombaia e vi trasferì parte degli abitanti di Erice. A Trapani il generale Aderbale, che vi aveva insediato il comando generale delle forze cartaginesi, sconfisse i Romani. L'importante posizione strategica fu utilizzata durante la prima guerra punica, quando i Cartaginesi sconfissero la flotta romana nella Battaglia di Trapani del 249 a.C. Ma nel 241 a.C., Gaio Lutazio Catulo sbaragliò la flotta cartaginese alle Isole Egadi ponendo fine alla guerra. I Romani così conquistarono la città, latinizzandone il nome in Drepanum. I Romani trattarono le città siciliane a seconda della loro condotta durante la guerra punica. Drepanum rientrò fra le 26 città censorie (civitates censoriae) ovvero quelle più resistenti contro i Romani e a causa della sua fedeltà a Cartagine, entrò in un periodo di decadenza e si spopolò. Dopo i Romani, dominarono la città i Vandali, poi i Bizantini, ma fu nel IX secolo d.C. con gli Arabi (che la chiamarono Itràbinis, Taràbanis, Tràpanesch) e con i Normanni (che la conquistarono nel 1077 guidati da Ruggero I) che la città tornò a svilupparsi nei commerci e nelle attività culturali. Durante le crociate il porto di Trapani fu uno dei più importanti del Mediterraneo: le più potenti città marinare (Genova, Pisa, Venezia, Amalfi) avevano un consolato nel porto trapanese e, specialmente con le prime due, Trapani aveva l'accordo per fungere da scalo verso i loro possedimenti nell'Africa settentrionale. Nel 1266 la flotta veneziana e quella genovese si scontrarono davanti al porto di Trapani durante la guerra di San Saba che si concluse con la vittoria dei veneziani. Dopo un breve periodo sotto gli Angioini, Trapani partecipò ai Vespri siciliani guidati da Palmiero Abate, passando nel 1282 agli Aragonesi. Durante il XIV e il XV secolo la città divenne il centro economicamente e politicamente più importante della Sicilia occidentale. Nel 1443, da semplice Terra diventò Civitas. Il 20 agosto 1535 Carlo V, arrivando a Trapani dopo aver conquistato Tunisi, le diede l'appellativo di "Chiave del Regno" e giurò di mantenere i privilegi della città, compreso quello con cui il Senato cittadino poteva conferire lauree in medicina, fisica, teologia, matematica, belle arti e giurisprudenza. Nel XVII secolo Trapani conobbe un periodo di decadenza soprattutto a causa delle insurrezioni dovute a carestie, come nel 1647 e nel 1670-1673, e della pestilenza nel 1624. Dopo le brevi parentesi sabauda (1713) e austriaca (1720), dalla seconda metà del Settecento iniziò il Regno borbonico che continuò fino al 1860. I Borboni procedettero alla bonifica di alcune aree della città e al suo sviluppo urbanistico. In questo periodo i trapanesi si dedicano al commercio e all'industria del sale e alle tonnare. Trapani partecipò attivamente ai moti del 1848-1849, sanguinosamente repressi e nel 1861 Trapani si pronunciò con il plebiscito per il Regno d'Italia. Dopo la prima guerra mondiale, la città visse un periodo di sviluppo: le industrie legate alle saline, alle tonnare, al vino, all'olio ne fecero una città particolarmente dinamica dal punto di vista economico e anche culturale. Nel 1924 Mussolini, dopo una visita in città, decise di inviare a Trapani il prefetto Cesare Mori che, dopo poco più di un anno, fu trasferito a Palermo con poteri straordinari per la repressione del fenomeno mafioso. La seconda guerra mondiale vide Trapani impegnata come porto e base sommergibilista di primaria importanza e, con gli aeroporti di Milo e di Chinisia, divenne punto di collegamento dei rifornimenti per le truppe dell'Asse in Nord Africa. Fu bombardata dai francesi il 22 giugno 1940, dalla RAF il 10 novembre 1941 e il 31 maggio 1942, dagli angloamericani da gennaio a luglio 1943, con la conseguente distruzione dell'intero quartiere storico di San Pietro. Il 22 luglio 1943 le truppe alleate di Patton giungendo a Trapani trovarono una città stremata. Tra il 1950 e il 1965 vi fu una lenta ripresa delle attività industriali e commerciali, ma la città non si risollevò del tutto dalla crisi dell'immediato dopoguerra. Il terremoto della Valle del Belice del gennaio del 1968 provocò morte e dolore anche nella città di Trapani. Altri lutti con l'alluvione del 1965 e con quella del 5 novembre 1976 che provocò 16 morti. Con gli anni novanta la città si è proposta con più convinzione rispetto al passato come meta di interesse turistico, storico, culturale e sportivo attraverso piani di riqualificazione del centro storico, la realizzazione di nuove infrastrutture urbane, l'incremento di attività ricettive, di ristorazione e di intrattenimento, con una più spiccata attenzione alla valorizzazione del patrimonio storico, architettonico e naturalistico.
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