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La storia
Siviglia fu fondata dai Tartessi (o Turdetani, o Tartessiani), che le diedero il nome di Ispal che in celtico significa Terra piatta, ma alcuni storici sostengono che esistesse già durante la colonizzazione fenicia della penisola iberica. Scipione l’Africano conquistò la città nel 206 a. C. nel corso della seconda guerra punica e decise di fondare una nuova città, Italica, a pochi km da Siviglia, sul luogo dell'odierno villaggio di Santiponce. Italica diede i natali agli imperatori romani Traiano, e Adriano. Il toponimo celtico fu latinizzato in Hispalis. Al tempo di Giulio Cesare la città ottenne i privilegi di colonia con il nome ufficiale di "Colonia Iulia Romula Hispalis". Con la creazione della nuova provincia senatoria della Betica la città di Cordova divenne la sede del pretore mentre Hispalis divenne capoluogo di uno dei quattro "conventus" amministrativi in cui fu divisa la provincia. Quasi nulla è rimasto della Hispalis romana, che era dotata di un forum e cinta di mura, anche se ricerche archeologiche hanno permesso di conoscerne la pianta: il cardo maggiore iniziava a nord nei pressi dell'attuale chiesa di Santa Catalina e terminava a sud nell'odierna calle Abades mentre il decumano maggiore aveva origine nel punto ove oggi sta la chiesa di Santo Stefano e terminava ad ovest nella Plaza del Salvador. Il punto d'incrocio delle due arterie era situato nell'odierna Plaza de l'Alfalfa. Dopo la caduta dell'impero romano Hispalis fu occupata per brevi periodi dai Visigoti. Con la conquista musulmana di gran parte della penisola iberica, il califfo scelse di risiedere nella vicina Cordova. Hispalis, che i musulmani avevano ribattezzato Ishbīliya, fu saccheggiata dai Vichinghi che avevano risalito con le loro navi il corso del Guadalquivir nell'anno 844 d. C. e di nuovo nell'859, nonostante il rafforzamento del sistema difensivo ordinato dell'emiro di Cordova. Nel 1147 Siviglia divenne la capitale del regno della dinastia degli Almohadi e si ricoprì di splendidi monumenti come la Giralda, la Torre dell'Oro e l'Alcazar. Un secolo più tardi la città fu riconquistata da Fernando III di Castiglia, il primo sovrano cattolico ad essere sepolto nella cattedrale di Santa Maria. Sotto il regno del suo successore, il figlio Alfonso X, si stabilì a Siviglia una colonia di mercanti genovesi favorendo l'espansione commerciale del porto sul Guadalquivir. Al tempo di questo sovrano risale il criptogramma NO8DO che compare nell'emblema cittadino. Si tratta dell'abbreviazione della frase "no me ha dejado" ovvero "non mi ha abbandonato" e fa riferimento alla lealtà che la città dimostrò al monarca durante la guerra civile che questi ebbe a sostenere contro il figlio ribelle Sancho. Il periodo del massimo splendore di Siviglia coincise con la scoperta dell'America nel 1492. Nei due secoli successivi intere flotte di galeoni approdavano di continuo al porto sul Guadalquivir per scaricarvi schiavi, oro e altre preziose mercanzie. I re cattolici vi fondarono la Casa de Contratación, l'ente che controllava i commerci con il Nuovo Mondo. I galeoni però portavano anche i germi di epidemie devastanti e la popolazione veniva decimata da ricorrenti epidemie di peste. L'ultima si verificò nel 1648 e fu anche la più terribile poiché causò la morte di 60.000 persone, quasi la metà degli abitanti. La Controriforma trasformò Siviglia in una città-
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