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La storia
Per la sua posizione al centro del Mediterraneo, il clima favorevole, la fertilità della terra e del mare, a straordinaria bellezza dei suoi paesaggi, la Sicilia è sempre stata oggetto di dominazioni. Vari conquistatori si sono alternati in questa terra contribuendo a farla diventare ciò è oggi. Le prime tracce d’insediamenti umani risalgono all’età preistorica, come dimostrano le pitture parietali e i manufatti neolitici rinvenuti nelle grotte dell’Addaura, nei pressi Palermo, o in quelle delle isole Egadi ed Eolie. I primi abitanti dell’isola furono sicani, elimi, ausoni e siculi ma, intorno al IX secolo a.C., approdarono sull’isola i Fenici, popolo di navigatori e commercianti che fondarono i primi insediamenti tra cui il futuro capoluogo, Palermo. Dopo i Fenici i Greci diedero vita a importanti colonie come Agrigento, Siracusa, Milazzo, Zancle (l’attuale Messina). I Greci fondarono città in tutte le coste, rette inizialmente dalle Oligarchie e successivamente dalle Tirannidi. Quella di Siracusa è ricordata come la Tirannia più potente capace di sottomettere tutte le altre città. Ma ben presto iniziarono i conflitti con Cartagine che era riuscita a conquistare Mozia, Panormo e Solunto. Le guerre continuarono sino a quando Roma si sostituì progressivamente ai siracusani e sconfisse definitivamente l’impero cartaginese con le tre Guerre Puniche. È nell’età romana che la Sicilia diviene l’assoluta protagonista del Mediterraneo, punto d’incontro capitale per i commerci, l’industria navale, la produzione agricola, e questa supremazia durò anche in epoca bizantina e poi durante i secoli della dominazione araba. L’isola venne prima ordinata come Provincia con un Pretore a Siracusa e due Questori, uno a Siracusa e l’altro a Lilibeo per poi passare sotto la giurisdizione dell’impero Romano di Costantinopoli. Una nuova era di pace regnò Sicilia con il cristianesimo e il governo bizantino. Ma dall’827 l’isola fu occupata dai saraceni finché, nella seconda metà dell’XI secolo venne liberata da un’armata cristiana guidata da Roberto "il Guiscardo" e dal fratello Ruggero I, della famiglia degli Altavilla, che ne avevano avuto mandato dal Pontefice di Roma. Nel 1130 veniva proclamato così il Regno di Sicilia e incoronato re Ruggero II d’Altavilla. Questi ampliò il dominio siciliano che si estendeva allora da Montecassino all’Albania alle coste del Nord Africa tunisino e tripolino. Altri grandi sovrani della dinastia Altavilla furono Guglielmo I e il figlio Guglielmo II. Presso la corte di Palermo convennero da ogni paese uomini di scienze e di lettere, politici e artisti facendone uno splendido centro di cultura internazionale. Nel 1189 subentrò alla dinastia Altavilla quella Hohenstaufen, imperatori di Germania. Dopo il breve e tragico regno di Enrico VI si ritornò all’antico splendore nel 1208 con il figlio, il grande Federico I di Sicilia un grande uomo di Stato e di cultura. La morte di quest’ultimo getta però la Sicilia in uno stato di confusione politica. La corona di Sicilia passò, per investitura pontificia, a Carlo d’Angiò, fratello dei re di Francia. Ma quella angioina si rivelò una vera e propria occupazione militare della Sicilia e ne conseguì la rivolta del Vespro, scoppiata il lunedì di Pasqua del 1282 a Palermo, che diede inizio alla cacciata degli angioini dall’isola. Per diritto matrimoniale la corona spettava a Pietro d’Aragona che, con il favore della nobiltà isolana, venne acclamato re di Sicilia il 4 settembre 1282. Il governo aragonese non fu particolarmente autoritario, tanto che, nel corso del Trecento, alcune grandi famiglie aristocratiche si impadronirono dell’effettivo potere politico nell’isola grazie alla loro potenza economica e militare. Le più importanti casate tra cui gli Alagona, i Peralta, i Ventimiglia e i Chiaramonte si spartiranno letteralmente il territorio in quattro rispettive sfere di influenza. È il periodo dei Quattro Vicari. Ma gli Aragonesi di Spagna decisero di opporsi a queste pericolose autonomie e nel 1415 la Sicilia venne associata alla Corona d’Aragona e governata, quindi, dai Viceré. Nel Quattrocento Alfonso "il Magnanimo" riuscì a unificare Sicilia e Italia meridionale fondando il Regno delle due Sicilie. La Francia però fomentò segretamente alcune sommosse per tutto il corso del Cinquecento e del Seicento. Ma solo nel 1672 insorse Messina spalleggiata dichiaratamente dalla Francia di Luigi XIV nell’ambito della guerra contro la Spagna. Ma questa rivolta non ebbe l’esito sperato quando nel 1678 i francesi abbandonarono Augusta e Messina e quest’ultima venne severamente punita dalla Corona iniziando così la sua inarrestabile decadenza. All’inizio del Settecento la Sicilia venne coinvolta nelle guerre di successione spagnola e polacca (1700-
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