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La storia
Pompei è una delle più significative testimonianze della civiltà romana e si presenta come un eccezionale libro aperto sull’arte, sui costumi, sui mestieri, sulla vita quotidiana del passato. La città è riemersa dal buio dei secoli così come era al momento in cui venne all’improvviso coperta da uno spesso strato di ceneri fuoriuscite, insieme alla lava, con la devastante eruzione del Vesuvio. Era il 79 dc. La tragedia fu immane: in quello che era stato uno dei più attivi e dei più splendidi centri romani la vita si fermò per sempre. Lo spesso strato di materiale eruttivo che la sommerse, costituito in gran parte da ceneri e lapilli – materiale non duro a differenza di quello che ricoprì Ercolano e che si solidifica in pietra durissima – ha consentito che la città giungesse integra fino ai nostri giorni non solo nelle sue architetture, ma anche in tutto ciò che era dentro le abitazioni o dentro i negozi, offrendo un quadro del quotidiano incredibilmente affascinante. La città dissepolta costituisce dunque una eccezionale testimonianza storica della civiltà romana: le memorie del passato, così vive e tangibili nei resti riportati alla luce, costituiscono il fascino di oggi. Quello che è emerso dal riempimento di calchi, fatti con il gesso. Possiamo scorgere la tremenda tragedia che si è consumata e di come la grande eruzione abbia sterminato e ucciso. Crudele ma allo stesso tempo affascinante, sembra di rivivere quelle sensazioni di paura e di orrore. Dalla posizione dei calchi, possiamo dedurre che la morte sia venuta ad opera dei gas nocivi che l’eruzione ha disperso nell’aria, successivamente tutto è stato coperto da cenere e lapilli incandescenti. Una delle foto ci raffigura anche un cane, ancora legato al guinzaglio e poi donne e bambini rannicchiati, come a volersi quasi addormentare prima del disastro per non vedere nulla. Di questi reperti ne sono stati trovati tantissimi e ciò fa pensare che gli antichi non abbiano nemmeno avuto il tempo di scappare, senza quasi rendersene conto. E’ stato possibile ricostruire anche cosa stessero facendo in quel momento. Gli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana, nonché la città meglio conservata di quell'epoca; la maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue), è oggi conservata al museo archeologico nazionale di Napoli ed in piccola quantità nell'Antiquarium di Pompei, attualmente chiuso: proprio la notevole quantità di reperti è stato utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l'arte della vita di oltre due millenni fa. Il sito di Pompei, con una superfice di 44 ettari mq. che nel primo decennio del nuovo millennio è stato visitato costantemente da oltre due milioni di persone all'anno, è risultato essere nel 2013 il secondo sito italiano per numero di visitatori, con 2.457.051 persone e un introito lordo totale di 20.337.340,30 Euro (preceduto solamente dal sistema museale che comprende Colosseo, Foro Romano e Palatino). Nel 1997, per preservarne l'integrità e sottolinearne l'importanza, le rovine, gestite oggi dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, insieme a quelle di Ercolano ed Oplontis, sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
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