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La storia
Dubai, il secondo per estensione degli Emirati Arabi Uniti, con una superficie di 3.900 km², si affaccia sul Golfo Persico. La città conta più di 4 milioni di abitanti ed è tra le destinazioni turistiche più popolari al mondo, oltre che il principale centro finanziario del Paese. Il soprannome "Città dell'oro" si deve al fatto di essere storicamente un centro per il commercio del prezioso metallo, Dubai è un hub commerciale e culturale del Medio Oriente, su cui è puntata l’attenzione del mondo grazie a grandiosi progetti architettonici e ad ambiziose realizzazioni come le isole artificiali a forma di palma di Palm Jumeirah e Palm Jebel Ali. A sole cinque ore di volo dall'Europa, Dubai si trova al centro del Medio Oriente ed è considerata un luogo ideale dove fermarsi per chi viaggia da est a ovest o da ovest a est. Inizialmente Dubai era un piccolo villaggio di pescatori sulla costa della penisola arabica orientale che vivevano della pesca e del commercio delle perle. Con l'espansione del commercio nel golfo, divenne uno scalo commerciale tra l'Iran e l’India e un punto nevralgico per il traffico dell'oro dall’Africa all’India, tanto che un tempo la valuta di Dubai era la rupia indiana. Quando le compagnie petrolifere iniziarono a cercare giacimenti di petrolio nei dintorni, Dubai mostrò di non avere riserve petrolifere significative rispetto ad Abu Dhabi. Lo sceicco Rashid Al Maktoum, allora regnante, invece di fare affidamento sugli introiti petroliferi, accolse con favore commercianti indiani, iraniani e imprenditori occidentali, avviando una politica commerciale aperta e tollerante nei confronti degli stranieri che ha fatto di Dubai una destinazione ambita per qualsiasi non arabo o non islamico, in netto contrasto con le altre città della penisola arabica che guardavano con sospetto i non musulmani. Il figlio di Rashid, Mohammed, ne fece poi una lussuosa meta turistica del Medio Oriente. Nel suo libro di memorie racconta che quando propose a gli altri capi di Stato, dopo il ritiro britannico dal golfo, di trasformare Dubai in una destinazione turistica, gli sceicchi gli dissero che nessuno sarebbe venuto a visitare un deserto arido. Lo sceicco chiamò esperti da altri Paesi, dotò la città di infrastrutture di accoglienza, istituì zone franche senza tasse, investì in importanti progetti turistici e aprì la città a tutti, indipendentemente dalla razza o dalla religione. Molte compagnie e istituzioni occidentali, decise a espandere la propria influenza in Medio Oriente, hanno accolto con favore l'esenzione da imposte di Dubai che ha permesso ai non musulmani di vivere, di bere e godersi la propria vita secondo gli standard occidentali. Sebbene l'arabo sia la lingua ufficiale, poiché gli stranieri superano gli Emiratini di quasi 4 a 1 a Dubai, l'inglese funge da lingua franca. Tutte le indicazioni sono bilingue, in arabo e inglese, ma si parlano anche urdu, hindi o tagalog poiché la maggior parte della popolazione è espatriata dal Pakistan, dall'India e dalle Filippine.
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