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La storia
La storia di Capri è legata a quella del Mar Mediterraneo, alle popolazioni che lo hanno attraversato e al tratto di mare compreso tra Capo Miseno e Punta Campanella che, per secoli, è stato teatro di grandi eventi e scambi culturali. Anche l'origine del nome è controversa: alcuni sostengono che derivi dal il greco antico kapros (cinghiale) e altri dal latino capraeae (capre). I primi abitanti di Capri furono i Teleboi, provenienti dalle coste dell'antica Acarnania e delle isole ioniche, che raggiunsero l'isola nell'VIII secolo a.C. Gli scavi archeologici, però documentano la presenza di civiltà preesistenti. Nel 1906, durante i lavori di ampliamento del l'Hotel Quisisana, furono rinvenute ossa, armi e oggetti in pietra scheggiata risalenti al Paleolitico. La presenza di ossa di animali preistorici fa supporre che il clima dell'isola in epoca preistorica fosse diverso e ciò avvalorerebbe l'ipotesi che Capri un tempo fosse unita alla terraferma. Anche l'imperatore Augusto trovò dei resti di epoche precedenti durante la costruzione delle sue ville. E fu proprio Augusto il primo estimatore dell'isola di Capri: nel 29 a.C. la tolse dalle dipendenze di Napoli e ne fece un proprio dominio. Il suo successore, Tiberio, la scelse addirittura come ritiro dalla vita politica di Roma e si fece costruire ben 12 ville, tra cui Villa Jovis a Capri e Villa Damecuta ad Anacapri. Nel Medievo Capri fu vittima delle feroci incursioni dei Saraceni che terrorizzavano la popolazione. Infatti, il primo agglomerato urbano costituitosi nei pressi della Chiesa di San Costanzo a Marina Grande si spostò nei pressi della Chiesa della Madonna delle Grazie (vicino all'attuale Via Botteghe) proprio per sfuggire agli assalti dei predoni. Nel 1371 Giacomo Arcucci, segretario della regina Giovanna I d'Angiò, fondò la Certosa di San Giacomo. Nonostante questo edificio sia stato più volte attaccato dai pirati (si ricorda l'incendio portato a termine del corsaro Dragut 1553) oggi è possibile visitarlo in tutto il suo splendore trecentesco. Il conflitto tra Francia e Inghilterra durante i primi anni del XIX investì anche i Capri: nel 1806 le truppe francesi furono sconfitte da quelle inglesi che agirono incontrastate sull'isola fino al 1808, quando i soldati francesi guidati da Gioacchino Murat riconquistarono l'isola. I francesi completarono l'opera di fortificazione (oggi ancora visitabili lungo il Percorso dei Fortini) e restarono a Capri fino al crollo dell'impero napoleonico e il ritorno dei Borbone nel 1815. La seconda metà del XIX secolo fu l'epoca della rinascita di Capri. Gli artisti romantici che visitavano l'isola rimanevano affascinati dalla sua natura incontaminata, dal paesaggio, dalla semplicità con cui i pochi abitanti conducevano le loro vite. Capri divenne una tappa obbligata del Grand Tour, il viaggio dei giovani aristocratici dell'epoca nei paesi europei, e molti artisti e intellettuali decisero di ritirarsi per lunghi periodi (a volte per tutta la vita) nelle loro ville capresi. Dopo il conflitto tra Russia e Giappone del 1905, Capri divenne il rifugio preferito degli esuli russi, tra cui lo scrittore Massimo Gorkij. Da allora iniziò la progressiva conversione dell'economia isolana che ha visto il declino dell'agricoltura a favore del settore turistico.
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