La storia
Bucarest (in romeno București, /bu.ku'reʃtʲ/), capitale della Romania, è la città più popolosa della Romania e la sesta per numero di abitanti dell'Unione Europea. Situata nel sud del Paese, sul fiume Dâmbovița, è il maggiore centro industriale e commerciale della Romania. Il territorio della città è interamente circondato dal distretto di Ilfov, pur non facendone parte, in quanto il municipio è l'unico della Romania a fare distretto a sé. Si potrebbe dire che il nome della città deriva dalla parola rumena "bucurie", che significa felicità, gioia. La traduzione letterale sarebbe quindi, "città della gioia", ma sembra molto più probabile che il toponimo sia legato al nome del suo leggendario fondatore, il pastore Bucur, il quale secondo la leggenda la fondò compiendo il cammino di transumanza dai Carpazi al Mar Nero. In rumeno, infatti, molti toponimi in ești sono il plurale di escu, strettamente legato al nome di un fondatore (mercante, libero contadino, boiardo, voivoda, gospodaro), quindi București potrebbe essere il plurale di Bucurescu. L'area di Bucarest era popolata già da tempi remotissimi. Un'altura sul fiume Dâmbovița, l'odierna Radu Vodã, infatti, era abitata già dal Paleolitico. Fra i fiumi Dâmbovița e Colentina ci sono tracce di insediamenti neolitici risalenti al 1800 a.C. Scavi archeologici condotti nelle aree di Dudești (Settore 3 di Bucarest), del Lago Tei (formato dal Colentina) e di Bucureștii Noi (Settore 1) hanno dimostrato che queste zone si svilupparono tra l'Età del Bronzo e il primo secolo a.C., quando tra Herãstrãu, Radu Vodã, Pantelimon, Popești-Leordeni e Popești-Novaci si insediò una popolazione indoeuropea, i Daci. Sotto Decebalo (87-106 d.C.), l’impero dei Daci si estese sino ai fiumi Tisza e Dnjestr, senza minacciare la pace con i Romani. Ma il potenziale pericolo dell'espansione dei Daci e le ricchezze del territorio spinsero l'imperatore Traiano a una guerra contro i Daci, i quali vennero sconfitti durante la prima campagna militare romana (101-102), ma non si arresero. Il paese venne definitivamente conquistato nella campagna successiva (105-106), dopo che i Romani ebbero costruito un ponte sul Danubio presso Drobeta, progettato dall’architetto greco-romano Appollodoro di Damasco. Decebalo si uccise con la sua spada per evitare di essere catturato e la Dacia da allora divenne provincia romana fino al 273 d.C., quando Aureliano l'abbandonò. Nonostante i numerosi ritrovamenti relativi a vari insediamenti preistorici, un primo nucleo urbano sorse, sulle rive della Dâmbovița, solo alla fine del XIV secolo. Dopo aver sconfitto i Turchi nella Battaglia di Rovine del 1395, Mircea il Vecchio decise di erigere in questo luogo la Fortezza di Bucarest. Il nome di Bucarest è menzionato per la prima volta in un documento in latino datato 20 settembre 1459, firmato dal celebre Vlad III di Valacchia, ricordato come il fondatore della città. Bucarest nei primi anni ebbe il ruolo strategico di controllare la via fra la città di Târgșor e quella di Giurgiu, la quale, con la riconquista turca del 1420, divenne l'ultimo avamposto ottomano. Anche se dal 1459 Vlad III soggiornò più volte a Bucarest, la capitale della Valacchia fin ad allora Curtea de Argeș, poi portata a Târgoviște nel XV secolo, restò altrove. Solo il 14 ottobre 1465, quando Radu III il Bello la elesse a sua residenza principesca secondaria, la città vide il soggiorno alternato dei sovrani. Nel 1558-59 Mircea V il Pastore fondò nella Curtea Veche, l'antica residenza principesca, la chiesa palatina, oggi la più antica chiesa della città conservata nella sua forma originale. Bucarest non ebbe mai una cinta muraria. In caso di guerra, gli abitanti con i loro beni e bestiame, trovavano rifugio nei dintorni, nell'impenetrabile foresta di Vlăsia (Settore 5) o nelle Paludi di Călugăreni, vera trappola per gli invasori. Nel 1595 durante la Battaglia di Călugăreni condotta da Michele il Coraggioso contro l'Impero ottomano, Bucarest, abbandonata in seguito alla ritirata del principe valacco, cadde sotto i Turchi che la occuparono con una guarnigione di 10.000 uomini. Riconquistata con l'aiuto degli austriaci qualche mese dopo, la città, incendiata dai Turchi, andò completamente distrutta, ma venne ricostruita e continuò a crescere in dimensioni e prosperità. Il suo centro era lungo la Ulița mare, la "Via Grande", poi chiamata dal 1589 Lipscani, dalla presenza della comunità dei mercanti provenienti da Lipsia. Nel XVII secolo, Bucarest diviene il principale centro commerciale della Valacchia e, nel 1659, il voivoda Gheorghe Ghica la elesse a capitale della Romania, grazie alla sua posizione, in pianura e vicino al Danubio, più facile da controllare rispetto a Târgoviște. Nel 1661 le strade furono lastricate con pietre di fiume, nel 1694 venne fondato il primo istituto di istruzione superiore, la Academia Domneascã (Accademia reale), nel 1698 Constantin Brâncoveanu fece costruire il Palazzo di Mogoșoaia e fondò nel 1704, su iniziativa di Mihai Cantacuzino lo Spitalul Colțea (Ospedale di Corte). Nel XIX secolo la Romania fu teatro delle guerre fra gli imperi vicini. Bucarest viene occupata da Ottomani, Austriaci (1828-1833) e Russi (1853-1854); poi fra il 1854 e il 1857 fu sotto una guarnigione austriaca. Nel marzo 1847 un incendio distrusse un terzo della città colpendo gravemente i monumenti antichi. Nel 1861, con l'unione della Valacchia e della Moldavia, Bucarest divenne la capitale del nuovo Regno di Romania. La particolare architettura d'ispirazione francese e l'ambiente culturale cosmopolita dell'epoca le diedero l'appellativo di Piccola Parigi, anche se le differenze sociali tra un crescente ceto agiato e la massa di poveri continuarono a crescere. Il 6 dicembre del 1916, la città fu occupata dalle forze tedesche e la capitale fu trasferita a Iași. Liberata nel dicembre del 1918, tornò a essere capitale del Regno di Romania, ma soffrì grosse perdite e distruzioni durante la Seconda guerra mondiale a causa del terremoto del 1940 e dei bombardamenti anglo-statunitensi. Il 30 dicembre 1947, i comunisti, giunti al potere con l'appoggio sovietico, abolirono la monarchia instaurando una dittatura comunista che gravitava nell'orbita sovietica. Alla fine degli anni Settanta, durante la dittatura di Nicolae Ceaușescu, a seguito di un forte terremoto, una rilevante parte del centro storico della città (stimabile in un terzo), incluse alcune sue antiche chiese, andò distrutta e successivamente rimpiazzata con edifici e quartieri dai tipici stilemi comunisti. Di quest'epoca è il Centro civico e Palazzo del Popolo, divenuto poi sede del Parlamento dopo la caduta di Ceaușescu, il più esteso edificio al mondo, dopo il Pentagono. Dal 1989 si è iniziato a costruire nuovi quartieri intorno alla città; le zone periferiche a Nord (Pipera, Bãneasa) sono più ambite dalla per ora limitata parte di popolazione benestante, mentre quelle a Sud ospitano per lo più quella a basso reddito.
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