La storia
La Bretagna è una regione nel nord-ovest della Francia che occupa un vasto promontorio proteso verso la Manica e l'Oceano Atlantico. Il suo nome bretone, Breizh, viene abbreviato abitualmente con BZH. La struttura amministrativa "Région Bretagne" è composta da 4 dipartimenti: Côtes-d'Armor/Aodoù-an-Arvor; Ille-et-Vilaine/Ill ha Gwilen; Morbihan; Finistère/Penn-ar-Bed. Sono inclusi nella regione 15 arrondissement, 102 cantoni e 1270 comuni. Il nome Bretagna deriva da quello del popolo bretone che vi si insediò fuggendo dalla nativa Britannia, l'attuale Gran Bretagna, e chiamò (piccola) Britannia la penisola occupata. I Romani chiamarono la penisola Armorica, da Ar-Mor, cioè "Il Mare" in celtico, che termine sopravvive nel nome del Dipartimento Côtes-d'Armor. L’insediamento umano è attestato in Bretagna sin dal Paleolitico dalla presenza di tribù di cacciatori-raccoglitori nella vallata della Visnonia/Vilaine (Saint-Malo-de-Phily). Durante l'ultima era glaciale, il continente europeo e le isole britanniche erano collegate, il livello del mare era di 120 metri inferiore all'attuale e i ghiacciai arrivavano fin quasi a Londra. Con la glaciazione il mare invase le grandi pianure ora sotto la Manica, il Mare d'Iroise o il Mare del Nord. Alla fine della glaciazione, il clima diventò più mite, favorendo la diffusione in Bretagna delle tecniche agricole, dell'allevamento e della pietra lavorata (cioè della civiltà neolitica). La sedentarizzazione favorì lo sviluppo di modelli sociali complessi, come è testimoniato dai monumenti megalitici risalenti al V millennio a.C. e considerati la prima architettura monumentale europea. Verso il 500 a.C. si formò, nella Gallia occidentale, una federazione delle tribù celte galle. I Celti bretoni distinsero nella penisola la "marina", detta nella loro lingua armor, e le terre boschive dell'entroterra (argoat). La parte occidentale della penisola accolse la più cospicua migrazione di popolazioni celtiche, fatto conservato nella toponimia locale: essi saranno chiamati Aremorici, cioè "quelli che vivono davanti al mare", e Armorica fu chiamata la penisola che si estendeva dalla Loira alla Senna, abitata da popoli celtici i cui nomi si sono conservati nei toponimi moderni della regione e delle regioni vicine: Osismi (Ouessant), Lexovii (Lisieux), Baiocassi (Bayeux), Abrincati (Avranches), Cenomani (Le Mans), Diablinti (Jublains), Redoni (Rennes/Roazhon), Coriosoliti (Corseul), Namneti (Nantes/Naoned) e soprattutto i Veneti (Vannes/Gwened), che esercitavano un'egemonia economica e politica sulla federazione armoricana, controllando anche le relazioni marittime verso la Britannia (la Gran Bretagna di oggi). Malgrado la loro potenza, i Veneti furono vinti nel 56 a.C. dalla flotta creata da Cesare con l'aiuto dei Namneti e dei Pitti. Da quel momento, l'Armorica entrò a far parte della provincia romana della Gallia Lugdunense. La riorganizzazione dioclezianea divise la regione tra Lugdunense II (futura Normandia) e Lugdunense III (futura Bretagna). Armorica divenne il nome del ducato militare per la difesa della Manica contro le aggressioni dei pirati frisoni, sassoni e altri, dopo il breve episodio di indipendenza di un impero separato di Armorica, governato da Carausio e Alletto alla fine del III secolo. Dal V al VI secolo, l'immigrazione di Angli, Sassoni e Juti (popoli germanici danesi), e poi la pressione militare anglo-sassone nell'isola di Britannia provocò l'emigrazione massiccia della popolazione di origine celtica verso l'Armorica occidentale. Questa Nuova Britannia o Britannia Minor fu chiamata anche Letavia, nome conservatosi in gallese. Furono così creati i regni bretoni continentali di Domnonea (al nord) e di Cornovaglia (a ovest), ai quali si aggiunse nel VI secolo il regno di Broërec (a sud, intorno a Vannes/Gwened). Questi piccoli regni, nei primi tempi collegati con i regni britannici corrispondenti (Domnonea-Devon e Cornovaglia-Cornwall), s’imposero sui Franchi merovingi, allora divisi e indeboliti. I carolingi, dopo aver riunificato il regno franco, si trovarono di fronte una Bretagna divisa in tre piccoli regni (Broerec, Cornovaglia e Domnonea). Le incursioni dei Bretoni del Broerec nel territorio rivendicato dal regno franco spinsero Pipino e i suoi successori a ordinare ripetute spedizioni militari (nel 753, nel 786, nel 799, nell'811 e nell'818), ma i Bretoni non si sottomisero al loro potere. Per contenerli fu creata un'organizzazione militare confinaria, chiamata "Marca di Bretagna" che controllava le contee di Roazhon/Rennes, Naoned/Nantes e Gwened/Vannes. Il più famoso titolare fu Orlando, morto a Roncisvalle. Malgrado questa Marca, i Bretoni invasero la contea di Gwened/Vannes e l'imperatore Ludovico il Pio decise allora di nominare un missus dominicus d'origine bretone, Nominoë, nella speranza di essere infine ben accolto e riconosciuto dai Bretoni. Dopo la morte di Ludovico, al quale era rimasto fedele, il conte Nominoë dovette scegliere fra il nuovo imperatore, Lotario I e suo fratello Carlo il Calvo, re della parte occidentale dell'impero franco che confinava con la Bretagna. Nominoë, diventato duca dei Bretoni, si rese allora indipendente dall'impero franco, vincendo a Ballon nell'845. Nell'849, per ottenere un'alta investitura ecclesiastica e, di conseguenza, segretari religiosi, Nominoë cacciò i vescovi franchi di Bretagna per sostituirli con prelati bretoni. I suoi successori (Erispoë, Salomone, Alano il Grande) furono riconosciuti re dall'imperatore Carlo il Calvo, duramente sconfitto per tre volte dall'esercito bretone. La vittoria dei Bretoni sull'esercito franco a Jengland-Besle nell'agosto 851 provocò la fuga di Carlo il Calvo, la cessione delle contee di Rennes/Roazhon e di Nantes/Naoned, e la concessione del titolo reale al duca Erispoë. Nel 863, Carlo concesse al nuovo capo bretone Salomone (Salaun in bretone) le terre comprese tra i fiumi di Mayenne e di Sarthe. Nell'866, Carlo concesse anche il titolo reale a Salomone e nell'867, fu costretto ancora a lasciare ai Bretoni la penisola del Cotentino (contea di Coutances). Il regno bretone conobbe allora il suo più ampio sviluppo territoriale, ma cadde poco dopo a causa della rivalità dei successori di Erispoë e di Salomone, che, indeboliti dalle guerre fratricide, non furono capaci di organizzare la difesa del regno contro la minaccia vichinga. Sotto i colpi degli invasori normanni, nel 913, gli ultimi principi reali dovettero partire in esilio in Gran Bretagna, nei regni di Devon-Cornovaglia (brittonico) e di Wessex (anglo-sassone). Nel 937, Alano Barbastorta, nipote del re Alano il Grande, sbarcò con il suo esercito in Bretagna per vincere i Normanni, ma non poté recuperare la dignità reale: oramai il titolo regio era perduto, sostituito da quello ducale. Inoltre la Bretagna era indebolita dalla divisione degli eredi delle dinastie reali anteriori: il conte di Cornovaglia, e soprattutto il conte di Nantes/Naoned e il conte di Rennes/Roazhon. Incapaci di imporsi ai loro competitori, essi s'alleavano a principi stranieri. La Bretagna fu perciò sottomessa alle influenze e alle invasioni dei conti d'Angiò e dei duchi di Normandia. I figli di Alano Barbastorta non potranno imporsi al conte di Rennes/Roazhon, Conan lo Storto (discendente del re Erispoë) che sarà riconosciuto duca. La dinastia dei conti di Rennes/Roazhon cadde alla fine del 1100 a causa delle rivalità interne (Hoël III, Eon II di Porhoët, Conan IV) e dell'aggressione di Enrico II Plantageneto, che regnava su tutti i paesi ai confini della Bretagna (Angiò, Normandia, Inghilterra, Aquitania e Poitou). Enrico II Plantageneto costrinse il duca Conan IV a trasferirsi in Inghilterra e fece sposare il proprio figlio Goffredo Plantageneto con Costanza di Bretagna-Penthièvre, figlia di Conan, ma non consentì mai alla coppia di regnare davvero. Malgrado la resistenza bretone, la potenza di Enrico II e del figlio Riccardo Cuor di Leone mantenne la Bretagna nell'orbita plantageneta. L'assassino del duca Arturo I da parte di suo zio, il re usurpatore Giovanni senza Terra e la sconfitta delle truppe di Giovanni da parte di quelle del re di Francia Filippo Augusto nel 1204 sono all'origine del cambiamento dinastico del ducato. Filippo Augusto aveva dato alla duchessa vedova Costanza uno suo suddito per marito: Guy de Thouars. La loro figlia Alice (Aelis), sorellastra di Arturo I, venne riconosciuta duchessa dall’assemblea dei baroni bretoni e promessa in sposa a uno di loro, il giovane Enrico, figlio del conte Alano di Penthièvre. Ma Filippo Augusto impose il suo candidato e cugino Pierre Mauclerc di Dreux nel 1213. I duchi plantageneti e capetingi e al demanio ducale numerose città e terre feudali (Brest, Dinan, Penthièvre.) Nel 1341, la morte del duca Giovanni III provocò la guerra di successione bretone tra i pretendenti Giovanni di Montfort e Giovanna di Penthièvre (sposata al nipote del re di Francia Carlo di Blois). Naturalmente i francesi appoggiarono Blois, e Montfort troverà aiuto dagli Inglesi, felici di spostare in Bretagna la guerra dei cent'anni che la tregua imposta dal Papa vietava di proseguire direttamente tra di loro. La morte di Montfort e la cattura di Blois faranno delle loro mogli, le duchesse Giovanna di Fiandra e Giovanna di Penthièvre, le due comandanti militari e a loro si riferisce l'altro nome di questa guerra: Guerra delle due Giovanne. Nel 1364, il giovane figlio di Giovanni di Montfort, anche lui di nome Giovanni, vinse e uccise Carlo di Blois a Auray/An Alre. Con il trattato di Guérande/Gwenrann la corona ducale andò a Giovanni IV "Il Conquistatore" e ai suoi successori maschi. Se non ve ne fossero stati, la corona sarebbe tornata alla famiglia di Penthièvre. Questa disposizione sarà all'origine di numerose contestazioni da parte dei conti di Penthièvre e dei loro alleati francesi. Giovanni IV, salito sul trono con l'aiuto degli inglesi e contro i francesi, espresse una politica diffidente nei confronti dei re di Francia, ai quali i duchi rifiutarono sempre di rendere l'omaggio feudale. Con i suoi successori, formò gli strumenti di governo di uno Stato moderno: una moneta solida, le unità di misura unificate, una cancelleria, una corte dei conti, un parlamento sovrano, detentore del potere giudiziario, un'università, una diplomazia indipendente (con propria araldica e sigilli diplomatici). Gli storici, i giudici e i diplomatici bretoni del XV secolo ricordavano in ogni occasione le origini regali dei duchi di Bretagna, la preesistenza dei Bretoni rispetto ai Franchi nel territorio gallico e quindi il fatto che la Bretagna, non essendo una divisione del reame franco, non poteva essere concepita come feudo franco. Ottennero dal Papa una chiesa nazionale e un cimitero a Roma (Sant'Ivo dei Bretoni), come già i Francesi prima di loro. Nella prima metà del XIV secolo, il duca Giovanni V il Saggio mantenne i suoi stati in una prudente neutralità rispetto a Inghilterra e Francia e diede uno sviluppo all'economia. La posizione geografica particolare della Bretagna, al centro di tutte le linee marittime, ne fecero la prima potenza marittima atlantica. Le navi bretoni trasportavano il vino francese, il sale e le tele bretoni, le spezie spagnole, cabotando lungo le coste europee nord-occidentali. Nel XV secolo, le condizioni geopolitiche cambiarono, con la scomparsa dal territorio francese di tutti i possibili alleati dei bretoni: gli inglesi nel 1450-1452 con la fine della guerra dei cent'anni, Carlo di Valois, Duca di Berry e di Guienna (fratello di re Luigi XI), il duca di Borgogna, gli Stati di Angiò-Provenza e Lorena. Il regno di Francia si era quasi del tutto unificato ed era uno Stato potente e imperialista. Venne il momento per Luigi XI, e poi per suo figlio Carlo VIII, di vendicarsi del duca Francesco II di Bretagna, che aveva partecipato a tutte le guerre anti-francesi e sostenuto i nemici del re. Come pretesto per l'intervento, Luigi comprò i diritti (contestabilissimi) al ducato dell'ultima erede della famiglia scaduta di Penthièvre e fece entrare nella sua clientela, assegnando grosse pensioni, quasi tutti i capi dell'alta aristocrazia bretone. La prima campagna, nel 1487, segnò un iniziale successo francese, vanificato però dalla perdita di tutte le posizioni conquistate poco dopo. Tuttavia, nel 1488 i francesi del maresciallo de la Trémoïlle vinsero l'esercito composto da bretoni, spagnoli, inglesi e tedeschi nella battaglia decisiva di Saint-Aubin-du-Cormier. Il duca Francesco II morì due mesi dopo, lasciando il trono ducale a una bambina di dodici anni, Anna. Nel 1490, dopo vari piani falliti di alleanze con potenze straniere, Anna sposò per procura l'arciduca Massimiliano d'Austria, futuro imperatore. Venne subito assediata a Rennes/Roazhon dal re di Francia Carlo VIII che si reputava legittimo duca di Bretagna. Dopo aver atteso invano per mesi l'arrivo delle truppe promesse da Massimiliano, Anna fu costretta ad arrendersi e concludere il matrimonio con il vincitore Carlo VIII nel 1491 a Langeais. Nel 1498 Carlo VIII morì senza eredi. La vedova Anna, di nuovo sovrana indipendente, decise allora di rispettare le disposizioni del contratto di matrimonio del 1491 che prevedevano che dovesse rimanere vedova o sposare l'erede di Francia se fosse stato disponibile. L'erede era il suo vecchio alleato Luigi d'Orleans, che era stato il principale ministro di suo padre, e a cui era stata promessa in sposa. Alla morte di Anna nel 1514, la figlia Claudia fu riconosciuta duchessa, ma il re la fece sposare, malgrado il parere contrario di Anna (che l'aveva fidanzata con il futuro imperatore Carlo V e nipote del suo primo marito Massimiliano d'Austria), con Francesco I di Valois. Dopo la morte di Claudia nel 1524, il figlio primogenito Francesco III "regnò" sotto l'amministrazione del padre, il re Francesco I, che decise l’unione di Francia e Bretagna. A Vannes/Gwened, ottenne dai deputati bretoni la richiesta dell'unione nel 1532 e poco dopo, la "concesse" con il suo editto di Nantes/Naoned. La potenza del regno di Francia impedì qualsiasi tentativo di indipendenza, ma quando tale potenza risultò indebolita dalle guerre di religione, due pretendenti al ducato provarono a impadronirsi della Bretagna nel 1590: il duca di Mercoeur (governatore di Bretagna e marito della contessa di Penthièvre, discendente di Giovanna la Zoppa) e il re di Spagna Filippo II per conto di sua figlia Isabella, erede dei duchi di Bretagna per i Valois. Tutti e due pensavano di restaurare il ducato di Bretagna a loro vantaggio, approfittando della caduta della dinastia di Valois e dell'arrivo al trono di Francia di Enrico IV, un borbone protestante e senza legami con la stirpe ducale bretone. Le vittorie militari e diplomatiche del nuovo re di Francia misero fine a queste pretese. La Bretagna conobbe in questo periodo uno sviluppo economico importantissimo e, se perse il primato marittimo a favore degli olandesi, diventò la prima produttrice mondiale di tele di lino e di canapa, materia fondamentale per le vele. Una gestione molto attenta del profitto della vendita di queste "tele d'olona" permise alla parte occidentale della provincia di far fiorire i famosi calvari bretoni e i complessi parrocchiali ammirati ancora oggi dai turisti. Ma le guerre militari ed economiche di Luigi XIV contro l'Inghilterra e i Paesi Bassi fecero perdere ai produttori bretoni i loro più importanti mercati. La crisi economica, le aggressioni militari dovute alle guerre francesi, la volontà di sottomettere la Bretagna al sistema amministrativo in vigore nelle altre province francesi e soprattutto la pressione fiscale reale provocarono una ribellione generale nel 1675, che fu chiamata rivolta dei berretti rossi o "rivolta della carta bollata". La dura repressione condotta dalle truppe reali rimase impressa per secoli nella coscienza dei Bretoni. Occupata militarmente e sottomessa a un regime severo, la Bretagna si trovò in una crisi economica aggravata dalle guerre contro le potenze marittime. Nell'agosto 1789, alcuni dei più radicali tra i deputati rivoluzionari bretoni proclamarono la fine dei privilegi anche nella loro regione. Scomparve così anche il nome di Bretagna e tutte le sue strutture amministrative originali (Stati di Bretagna, Parlamento, Corte dei conti). Nel 1790 venne suddivisa in cinque dipartimenti: Côtes-du-Nord (successivamente Côtes-d'Armor/Aodoù-an-Arvor o Aozoù-an-Arvor); Finistère/Penn-ar-Bed; Ille-et-Vilaine/Ill-ha-Gwilen; Loire-Inférieure (successivamente Loire-Atlantique/Liger-Atlantel). Morbihan/Mor-bihan. La Bretagna era amministrata dai prefetti nominati dal governo francese e non aveva più nessun rappresentante locale, tranne i deputati dell'Assemblea nazionale francese. L'assenza di una politica di sviluppo economico, industriale e commerciale, di strade e infrastrutture crearono le condizioni per un depauperamento del paese e della sua popolazione. La miseria raggiunse il culmine alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX. Milioni di bretoni emigrarono verso le altre regioni di Francia e verso l'America del Sud e del Nord. Poverissima e sotto-attrezzata, gravemente danneggiata dai bombardamenti di Saint-Malo, Brest, Lorient, Saint-Nazaire, Nantes e Rennes durante l'ultima guerra, terra di emigrazione dalla fine dell'Ottocento sino al 1970, la Bretagna ha conosciuto in questi ultimi cinquant'anni uno sviluppo economico e industriale nominato "miracolo". È ormai la prima regione agricola francese (allevamento di suini, bovini e polli, produzione di primizie, latte, burro), la prima regione per la pesca, ma anche la costruzione navale militare e civile (piroscafi). È anche una grande regione industriale, turistica e commerciale. In particolare, fu un bretone a fondare l'azienda di grande distribuzione E. Leclerc, e in seguito uno degli associati, sempre bretone, si distaccò e fondò Intermarché. Il capoluogo della regione amministrativa è attualmente Rennes/Roazhon. Le città principali, oltre a Rennes/Roazhon, sono Brest, Lorient/An Oriant, Quimper/Kemper, Saint-Brieuc/S.Brieg. Nantes/Naoned e Saint-Nazaire/S. Nazer oggi fanno parte di un'altra regione amministrativa, la Loira. Alcuni sono anche capoluoghi dei quattro dipartimenti: Finistère (Quimper), Côtes-d'Armor (Saint-Brieuc), Morbihan (Vannes) e Ille-et-Vilaine (Rennes). Un cantone della Ille-et-Vilaine è Saint-Malo. Le coste meridionali e occidentali sono bagnate dall'Oceano Atlantico, quelle settentrionali dal Canale della Manica, quelle occidentali dal "Mare d'Iroise", infatti parte dall'Oceano intorno alle isole di Sein/Enez Sun e Ouessant/Enez Eusa. La Bretagna si divide tradizionalmente tra la costa, detta "Armor”, più ricca e popolata, e le terre, dette "Argoat", più isolate. In bretone la parola armor significa "il mare", e argoat "la foresta, la terra, la campagna". Si divide anche tra est e ovest secondo la cosiddetta frontiera linguistica: ad ovest, in Bassa-Bretagna si parlava storicamente bretone fino alla fine dell'Ottocento (e ancora oggi la maggior parte dei praticanti della lingua bretone si trovano ad ovest della penisola) mentre in Bretagna orientale (Alta-Bretagna) si parlava storicamente gallo o francese, come a Nantes o a Rennes.
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